Comunicato stampa
Zanoni (PD): “Rapporto Ispra, Veneto ancora al primo posto per consumo di suolo: Zaia si merita il Premio Betoniera 2019”
Venezia, 18 settembre 2019
“Per
il secondo anno consecutivo il Veneto è la regione italiana con il
maggior incremento di consumo di suolo, ben 923 ettari persi per sempre,
quasi trecento in più della Lombardia. Tra i tanti riconoscimenti, ce
n’è uno che Luca Zaia merita più di tutti: il Premio Betoniera. Le
politiche urbanistiche e ambientali della sua Giunta si confermano
fallimentari, in un territorio che è già uno dei più cementificati
d’Europa”. È caustico il commento di Andrea Zanoni, consigliere del
Partito Democratico, rileggendo i dati del Rapporto Ispra (Istituto
superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e Snpa (Sistema
nazionale per la protezione dell’ambiente) 2019, relativi al 2018, sul
consumo di suolo in Italia presentato ieri al Senato. “Ben 51 chilometri
quadrati pari a 5.100 ettari, due metri quadrati al secondo come dato
nazionale, e il Veneto è grande protagonista con 923 ettari, confermando
il primato negativo del 2017. Nelle prime dieci città troviamo sia
Verona (33 ettari) che Venezia (19), ma anche tra i paesi più piccoli ci
distinguiamo in negativo, con i quasi 45 ettari a Nogarole Rocca,
sempre in provincia di Verona. E il consumo di suolo è strettamente
collegato all’aumento delle temperature, con tutto ciò che ne consegue; a
causa della cementificazione, negli ultimi sei anni in Italia sono
state assorbite due milioni di tonnellate di CO2 in meno, gas che
contribuisce gravemente ai mutamenti climatici”.
I
dati delle sei province venete sono impressionanti, il record è della
provincia di Verona con 42.482 ettari di suolo consumato pari al 13,7 %
dell’intera provincia e un incremento di 242,7 tra il 2017 e il 2018. Al
secondo posto Treviso con 42.392 ettari pari al 17,1% e altri 186,5
consumati, quindi Vicenza con (36.358 ettari pari al 13,4 % e ulteriori
179,4 consumati), Padova (40.923 di suolo consumato pari al 19,1%
dell’intera provincia, ha avuto un incremento di consumo di suolo tra il
2017 e il 2018 pari a ben 122,1 ettari), Venezia (36.590 ettari pari al
14,8 % ne ha consumati altri 117,1) Rovigo (con 16.404 ettari pari al
9,0 % ne ha consumati altri 46), infine Belluno (con 12.219 ettari pari
al 3,4 % ne ha consumati altri 29,4).
“Consumare
ancora suolo in Veneto crea numerosi problemi: meno territorio agricolo
con meno produzione di prodotti locali, diminuzione di habitat e di
biodiversità come uccelli, mammiferi, insetti utili, meno assorbimento
dell’acqua con problemi di assetto idrogeologico, meno ritenzione di
anidride carbonica con problemi dei cambiamenti climatici”.
Zanoni,
che a Palazzo Ferro Fini è vicepresidente della commissione Ambiente,
sottolinea le incongruenze tra le azioni dell’Unione Europea e quelle
messe in campo dalla Regione Veneto. “L’Ue sta facendo sforzi immani in
tutte le sue politiche per ridurre le emissioni di CO2 e degli altri gas
climalteranti, qua invece siamo il fanalino di coda, anche perché siamo
governati da una forza politica, la Lega, che nega i cambiamenti
climatici. Neppure i numerosi drammatici eventi sono serviti ad aprire
gli occhi: il tornado del 2015 che ha raso al suolo decine di case e
Villa Fini nella Riviera del Brenta, la siccità del 2017 e l’uragano
Vaia dell’autunno 2018 che ha devastato le foreste venete abbattendo
milioni di alberi, pari a 28.000 ettari, causando danni per due
miliardi. La legge 14/2017 annunciata in pompa magna, con l’obiettivo di
azzerare il consumo di suolo nel 2050, è un provvedimento bandiera con
effetti concreti praticamente nulli. Ci sono deroghe infinite, per
grandi infrastrutture, cave, capannoni agricoli, aree destinate servizi,
varianti con lo Sportello unico e Piano casa. Piano casa che è stato
oggetto di revisione lo scorso marzo, privo però di misure che
incentivino seriamente la riqualificazione energetica degli edifici e
quindi insufficiente per ridurre le emissioni di anidride carbonica.
Infine l’ultima legge di adeguamento ordinamentale approvata a luglio,
la numero 29, che ha liberalizzato molte edificazioni in aree vincolate e
aree agricole, incluse le Colline del Prosecco fresche di
riconoscimento Unesco”.
“Evidentemente
- sottolinea in chiusura Zanoni - per Zaia i temi importanti sono
altri. Dovrebbe essere il primo ad adottare politiche di contrasto ai
cambiamenti climatici, invece in maniera scellerata e irresponsabile
continuiamo a essere la Regione con il maggior consumo di suolo e, di
conseguenza, contribuiamo alle emissioni di CO2. Un primato di cui
qualcuno si dovrebbe vergognare”.