Il bilancio
dell’Eroica 2019
“Già mi manca…”
di Michele Pescini, sindaco di Gaiole in
Chianti
L’Eroica ti lascia
affollato. Di emozioni, innanzitutto, e un pieno di benessere (che è cosa
rara). Quest’anno, in più, mi arricchisce di una straordinaria bicicletta.
Alla fine, per raccontarla,
è come pescare in momenti tutti belli e tante, tantissime persone che sono
gentili o che diventano così a Gaiole: il miracolo dell’Eroica?
Negli anni si sono
susseguiti i tentativi di definire l’Eroica di Gaiole con le parole. Riccardo
Ventrella ne parlò come “Betlemme del
ciclismo”, a Verrazzano, Luigi Cappellini vorrebbe far nascere l’enclave di Gaiole, Antonello, forse
ispirato dall’affresco del Buon Governo di Siena, la indica come comunità ideale. Poi c’è chi non cerca
neppure di definirla (così son io) e si immerge in questo liquido amniotico che
culla e avvolge. L’Eroica è anche questo: materna e rassicurante. Uno iato, uno
spicchio di cielo sereno con l’arcobaleno.
È finita. Carube – Roberto Lencioni
– già meccanico di Cipollini, mi ha restituito le chiavi simboliche della
città, il Gatto e la Gatta sono tornati a casa, anche i campioni Cassani e
Mariane Vos sono partiti insieme a John Degenkolb, Massimiliano Rosolino è
tornato alla sua piscina, Rosaleen “Poppie” van As, il nostro ospite speciale, è
volata verso il Sudafrica. Ora è silenzio,
ma a Gaiole anche le pietre delle case, il breccino delle strade continuano a
raccontare ciò che hanno visto.
Il Parampampoli, quel
misterioso liquore che Carrube porta ogni anno per brindare insieme, è
scomparso, spesso ci domandiamo chi lo produca e lo fornisca, e se esista
veramente.
È finita e io ho una bici
Eroica, la numero 11 delle 11 biciclette che nel 1997 accompagnarono gli
inventori di questo “movimento”. Un grande dono bellissimo simbolo di questa
comunità provvisoria e unica. Grazie.
Questa temporaneità è la sua
bellezza. Ha lo stesso sapore delle cose che devi attendere per goderne, del
vino o dell’olio nuovo sul pane, del primo pomodoro dell’orto. Ha l’odore
dell’innamoramento.
Dovrà passare un anno e già
mi manca. Intanto c’è stata l’entusiastica fatica di tutti gli operai comunali,
dei volontari de La Racchetta, della polizia municipale. Li abbraccio tutti a
nome dei gaiolesi. Senza di loro questo sogno non sarebbe possibile.
Ci aspetta Bruxelles, anzi
ci aspettano a Bruxelles per riconoscere il valore unificante de L’Eroica, e
noi ci andremo.